Un dialogo a più voci, a conclusione degli Esercizi di sinodalità, per guardarsi negli occhi, riflettere insieme e riscoprire così la bellezza dell’ascolto reciproco. Questo il senso dell’iniziativa che è svolta nel pomeriggio di domenica 21 novembre nella cattedrale di San Nicola. L’incontro è stato aperto da suor Carmela Tornatore, responsabile dell’ufficio catechistico diocesano, che ha ricordato come gli appuntamenti di questo tipo siano necessari per entrare nei due grandi processi già attivati: il cammino sinodale e la visita pastorale dell’arcivescovo. «Non basta stare insieme, seduti vicino, ma è necessario vivere esperienze come quella di oggi per capire chi siamo, dove vogliamo andare come cristiani e soprattutto come vogliamo procedere insieme in questo cammino». L’arcivescovo Gian Franco ha introdotto l’incontro definendolo «un esercizio sinodale, molto semplice, che ci offre la possibilità di condividere insieme. Credo sia bello ritrovarci qui nella chiesa madre, la chiesa cattedrale, per fare un’esperienza concreta di Chiesa-casa». 

Bernardetta Nieddu, della comunità Papa Giovanni XXIII, ha preso la parola per riportare l’importanza degli esercizi di sinodalità svolti nel centro di San Giorgio. «Se devo pensare a un’immagine per definire questi giorni, mi viene in mente quella del pittore. Ognuno di noi è chiamato a dipingere un’opera d’arte ma un bravo pittore sa che non può realizzare una vera opera d’arte se non si imbratta con il colore, se non si sporca. Ecco, questi esercizi sono stati un modo per iniziare a imbrattarci con tutti i colori che compongono la tavolozza della nostra diocesi».

Stefano Bucci e Fabrizio Carletti del centro studi Missione Emmaus, rispondendo alle domande di suor Carmela, sono entrati nel tema centrale dell’incontro: il rapporto tra ministerialità e sinodalità. «Spesso nelle nostre comunità – ha detto Stefano Bucci – ci si concentra esclusivamente sul ruolo e avviene così una settorializzazione: sentiamo dire che vado in parrocchia perché sono catechista, volontario della Caritas ma non sentiamo mai dire che ci vado perché sono battezzato. In questo modo c’è uno schiacciamento sul ruolo piuttosto che sulla ministerialità propria: quella di battezzati che condividono il servizio in una comunità». «Oggi – ha aggiunto Fabrizio Carletti – non nasciamo cristiani, ma cristiani si diventa perché il processo di iniziazione non viene più dal nucleo primario ma all’interno del percorso di maturazione della persona. E’ ovvio che di fronte a questo quadro nuovo non è più sufficiente un modello gestionale della Chiesa. Serve un modello che accompagna e promuove i carismi e i talenti di ciascuno. Se noi non usciamo dal modello volto alla gestione, anche le bellissime intuizioni che abbiamo come quelle delle ministeralità laicali sono depotenziate. Perché rischiamo di formare dai laici per sostituire la carenza dei sacerdoti e non per far loro esprimere il loro specifico contributo». 

Don Luca Collu, vicario della Forania del Golfo e parroco di San Pantaleo a Sorso, ha sottolineato la necessità dell’ascolto. «Nella mia realtà le mini comunità di discepoli missionari e il nuovo consiglio parrocchiale sono state occasioni utili per fare una cosa che diamo per scontata: la conoscenza reciproca. Penso che sia corretto – ha detto ancora – vedere la visita pastorale proprio in questa ottica di conoscenza. Il vescovo vuole visitare non tanto per vedere i registri della parrocchia, ma per conoscere come stiamo, per ascoltare, per percepire gli umori e comprendere se stiamo provando a camminare insieme». 

Durante l’incontro i partecipanti hanno avuto la possibilità di rispondere alle domande dei presenti e di coloro che seguivano la trasmissione in diretta streaming. Una modalità che ha permesso di ampliare notevolmente la platea dei partecipanti. Al termine, la solenne concelebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo, nella solennità di Cristo Re, con il conferimento del mandato per gli operatori pastorali. 

Articolo di Michele Spanu pubblicato sul numero 41 2021 di Libertà – Settimanale Diocesano