Il corso di formazione sulla catechesi per i giovani è giunto alla sua seconda tappa: lunedì 6 giugno, presso il centro di alta formazione di San Giorgio, si è svolto il secondo appuntamento dei laboratori sulla catechesi narrativa. L’incontro, organizzato e promosso dall’ufficio catechistico diocesano in collaborazione con il servizio di animazione Caritas e la Fondazione Accademia, ha visto coinvolti una ventina di operatori della catechesi, educatori, animatori e insegnanti di religione della scuola secondaria provenienti da diverse comunità parrocchiali.
Come già sperimentato nel primo incontro svoltosi il 21 febbraio e basato sul tema della solitudine, si è proseguito analizzando più nel dettaglio le quattro fasi previste nello svolgimento di una catechesi di tipo narrativo. Ciò ha permesso di poter distinguere i diversi momenti e apprendere il modo migliore per progettarli e programmarli qualora essi debbano essere realizzati nei diversi gruppi giovani. Il brano biblico di riferimento che ha accompagnato i partecipanti è stato quello della lavanda dei piedi, già proposto nel primo incontro di febbraio, ma ora approfondito in modo differente e ponendo l’accento sulla partecipazione attiva dei presenti e le loro reazioni emotive. Lo scopo di questo peculiare tipo di catechesi, infatti, pensato in particolare per i giovani e gli adolescenti, avvalendosi delle tecniche di narrazione mutuate dalle scienze letterarie e sociali, è quello di portare l’ascoltatore dentro il racconto biblico attraverso un pieno coinvolgimento. L’esperienza personale della persona che “si racconta” e l’esperienza di Dio vissuta, devono stare al centro della narrazione stessa e richiamarsi reciprocamente, calandosi nel contesto storico, sociale e culturale di riferimento. Questo permette di raccordare il vissuto di chi racconta con quello degli ascoltatori, i quali possono così immedesimarsi nel racconto biblico e nell’evento narrato. Per questo la fase tipicamente narrativa è seguita da una di tipo più esperienziale, volta a rendere concreto l’ascolto iniziale. I partecipanti all’incontro sono stati coinvolti in un’attività pratica, lavorando in piccoli gruppi, all’interno dei quali è stato possibile condividere ciò che stavano vivendo, in modo da comprendere l’importanza del coinvolgimento volto a favorire in essi l’incontro con Dio e con se stessi, alla luce del proprio vissuto.
Al termine si è avuto modo di sperimentare anche la fase cosiddetta “celebrativa” con un momento conclusivo di preghiera, che ha dato la possibilità di capire l’importanza di vivere la comunione e il dialogo fraterno con Dio.
Il percorso catechetico formativo, realizzato in chiave laboratoriale, non solo consente agli operatori pastorali di sperimentare in prima persona ciò che poi potranno realizzare nei gruppi giovanili delle loro comunità parrocchiali di appartenenza, ma è anche occasione di confronto e arricchimento reciproco, nonché di conoscenza e comunione. Ciò permette di vivere la sinodalità, accompagnandola con la formazione, e in tutti si sperimenta la gioia dell’incontro e della novità. Questo percorso permette di rafforzare la consapevolezza che la comunicazione della fede non è altro che testimonianza di quanto il Signore opera concretamente nella vita di ciascuno, per dar voce alle meraviglie che Egli realizza continuamente.
L’appuntamento ora è per il prossimo 17 ottobre, con la terza e ultima tappa del percorso. L’auspicio è che, nel frattempo, quanto comunicato e appreso finora possa essere sperimentato dagli operatori della catechesi nei rispettivi gruppi giovanili, come continuità e realizzazione concretezza di una dimensione narrativa dell’annuncio, che risponda sempre più e sempre meglio alle attese delle nuove generazioni.
Articolo di Suor Maria Rita Cordeschi pubblicato sul numero 23 2022 di Libertà – Settimanale Diocesano